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Exploring New Co-productive Paths in Design-driven Innovation, Edited by Massimo Bianchini, Stefano Maffei and Paolo Volonté

STS ITALIA Working Papers no. 1

The present volume brings together two contributions to the discussion that explore the transformations that co-production processes have brought about in important areas of design such as architecture and fashion. The first (‘Collective architecture?’), by Alvise Mattozzi and Fabio Maximilian Franz, examines in detail the role of the architect in the context of coproduction of a building. The second (‘User and design innovation in fashion practices within urban collaborative spaces’), by Chiara Di Lodovico, analyzes the role of fab labs as places of co-production and digital fabrication in the context of the fashion system. Both texts elaborate on talks given by the authors at the seventh STS Italia conference (‘Technoscience from Below’), held in Padua, Italy, from 14-16 June 2018. Thus, they are further developments of a discussion that flourished on the basis of these and other papers presented at the conference track ‘From grassroots to citizen-centric innovation: the collective design of emerging innovation ecosystems’ that we convened.

800eae7cover26405  Dalla molecola al paziente La biomedicina nella società contemporanea, Stefano Crabu, Bologna, Il Mulino, 2017.

Negli ultimi decenni, anche a seguito del Progetto Genoma Umano, sempre più spesso medici, scienziati e pazienti si trovano a collaborare insieme allo scopo di definire i confini tra ricerca scientifica e cura, laboratori e ospedali, vita e morte. Non c’è del resto alcun dubbio che le sfide poste dall’innovazione tecnoscientifica nell’ambito della biomedicina siano diventate sempre più fondamentali per l’evoluzione della salute nella società contemporanea. In questo volume Stefano Crabu offre un contributo di matrice sociologica per la comprensione dei processi sociali e organizzativi che riguardano l’innovazione biomedica, i cambiamenti delle pratiche di cura e la stessa relazione fra i pazienti e i professionisti della salute. Avvalendosi di studi di caso riferiti ai recenti sviluppi nel campo delle biotecnologie e della nanomedicina, il libro analizza da vicino alcuni dei processi e delle implicazioni – al tempo stesso sociali, scientifiche e tecnologiche – che contribuiscono a rendere possibile e trasformare il mondo della ricerca biomedica e della cura. Il volume offre così un’utile prospettiva per inquadrare con maggiore consapevolezza le profonde trasformazioni che in questi anni stanno investendo il mondo della biomedicina, modificando il ruolo dei pazienti e, in ultima istanza, facendo intravedere le nuove traiettorie del rapporto tra i cittadini e il mondo della ricerca biomedica.

 

STS Italia 2014 Proceedings

 

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A Matter of Design: Making Society trough Science and Technology
Proceedings of the 5th STS Italia Conference. Edited by Claudio Coletta, Sara Colombo, Paolo Magaudda, Alvise Mattozzi, Laura Lucia Parolin and Lucia Rampino. An Open Access Digital Publication by STS Italia Publishing. Released: December 2014.
The publication contains a selection of the works presented at the 5th STS Italia Conference, held in Milan from June, 12–14 2014. The main theme of this STS Italia conference’s edition was the intersection between Design Studies and Science & Technology Studies. The Conference was the main event of STS Italia, the Italian Society for the Study of Science & Technology and the 2014 edition was organized in collaboration with the Design Department of Politecnico di Milano. Thanks to this cooperation, the conference was a unique space for interdisciplinary encounters between different scientific and intellectual milieus, which have interacted on very practical terms, fostering a reflexive account both in Design and STS practices.
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Biohackers. The politics of open science.  Alessandro Delfanti, London, Pluto Press, 2013. Biohackers explores fundamental changes occuring in the circulation and ownership of scientific information. Alessandro Delfanti argues that the combination of the ethos of 20th century science, the hacker movement and the free software movement is producing an open science culture which redefines the relationship between researchers, scientific institutions and commercial companies. This transformation involves both life sciences and information societies.

Trad. it. Biohacker. Scienza aperta e società dell’informazione. Milano, Eleuthera (in uscita settembre 2013). Cambiamenti epocali stanno investendo la circolazione e la proprietà della conoscenza scientifica. Una nuova cultura della scienza aperta e condivisa – nata anche grazie al contributo degli hacker – sta ridefinendo il rapporto tra scienziati, istituzioni e mercato. Questa trasformazione coinvolge le scienze della vita e la società dell’informazione nel suo complesso.

Nanotecnologie, biotecnologie e grandi opere nella sfera pubblica. Andrea Lorenzet, il Mulino, 2013, pp. 120. La relazione tra scienza e società è considerevolmente cambiata nel corso degli ultimi decenni: sempre più di frequente, infatti, la scienza è al centro di discussioni che coinvolgono non solo gli esperti, ma anche esponenti del mondo politico, media e cittadini. Emerge così il «lato controverso della scienza», che si caratterizza per la diffusione di argomentazioni a prima vista irrazionali, polemiche e contraddittorie. Controversie tecnoscientifiche come quelle sulle nanotecnologie, le biotecnologie e le grandi opere popolano ormai quotidianamente le pagine dei giornali e il Web 2.0; esse rendono evidente la centralità della tecnoscienza nella società contemporanea, ma generano allo stesso tempo interrogativi e dubbi capaci di attanagliare sia gli esperti sia il pubblico. Il volume esplora questi fenomeni impiegando la lente interpretativa degli Studi Sociali sulla Scienza e la Tecnologia (STS) e fa capire perché le controversie tecnoscientifiche sono un’opportunità da non perdere per ripensare i rapporti tra scienza e società.
Cogitamus. Sei lettere sull’umanesimo scientifico, Il Mulino, 2013, di Bruno Latour. Presentazione di Massimiano Bucchi. Di fronte allo smarrimento di una studentessa per la girandola di opinioni scientifiche contrastanti sul cambiamento climatico, Bruno Latour avvia con lei un breve ma intenso epistolario in cui districa il groviglio di questioni prodotto da uno straordinario sviluppo scientifico e tecnologico. Se il rapporto con la natura è ormai un problema dichiaratamente politico, forse il più politico del nostro tempo, allora scienza e tecnica vanno considerate parti integranti di quello che chiamiamo umanesimo. Oltre la presunta autonomia della ricerca scientifica si manifesta infatti il carattere concretoe collettivo del sapere. È il passaggio dal «cogito» cartesiano al «cogitamus», perché nessuno può più percorrere in solitudine le strade della conoscenza.
Scienza in formazione. Corpi, materialità e scrittura in laboratorio, Guerini & Associati, 2012, di Assunta Viteritti. L’apprendimento non è un processo lineare, intenzionale, mentale, individuale e istituzionale, ma un evento sociale, discontinuo, materiale, intersoggettivo, situato e incorporato in network eterogenei, nei quali individui e mondo materiale sono alleati e apprendono insieme. In una prospettiva sociologica, il libro indaga l’apprendimento della pratica scientifica, attraverso l’analisi di un laboratorio di ricerca italiano. L’interpretazione proposta pone in relazione gli studi sociali sulla scienza e la tecnologia e quelli sull’apprendimento in pratica, studiando il linguaggio, i testi, i corpi, le macchine nonché le relazioni tra questi elementi nella vita quotidiana del laboratorio, con l’obiettivo di analizzare e comprendere i processi di trasformazione della scienza e della tecnologia nella società contemporanea.
Oggetti da ascoltare. HiFi, iPod e consumo delle tecnologie musicali, Il Mulino, 2012, di Paolo Magaudda. Ascoltare musica è un’attività culturale strettamente legata all’uso di particolari dispositivi tecnologici come gli impianti hifi, i lettori cd e i riproduttori di musica digitale. Il consumo di tecnologie non si limita a influenzare abitudini e gusti musicali, ma più in generale contribuisce a trasformare le relazioni, le amicizie, le identità e perfino gli ambienti in cui gli ascoltatori vivono. Partendo da racconti in prima persona di esperienze fatte con diversi «oggetti sonori» – dai dischi in vinile ai lettori digitali come l’iPod, dagli amplificatori analogici ai personal computer – il libro mostra come le implicazioni dell’uso di queste tecnologie contribuiscano a trasformare il nostro contesto sociale e relazionale quotidiano.
La scienza sullo schermo. La rappresentazione della tecnoscienza nella televisione italiana, Bologna, Il Mulino, 2011, a cura di Federico Neresini e Paolo Magaudda. Superquark, Voyager, Elisir, dibattiti sulla prova del Dna e pareri dei più vari esperti nei diversi talk show; informazioni in tempo reale dai Tg su invenzioni e scoperte: scienziati, esperti, prove scientifiche e controversie tecniche sono diventati «ingredienti» sempre più consueti delle trasmissioni televisive, al punto che non è più possibile comprendere le implicazioni sociali della tecnoscienza senza considerare come essa viene rappresentata dalla televisione. Il volume, risultato di più di tre anni di attività del gruppo di ricerca PaSTIS dell’Università di Padova, analizza il modo in cui i vari format televisivi descrivono, utilizzano e rappresentano la scienza e la tecnologia. L’indagine spazia dalla quantità di notizie scientifiche riportate annualmente dai telegiornali al ruolo degli esperti nei dibattiti televisivi; dalle discussioni sulle tecnologie nel caso di incidenti nelle fabbriche all’evocazione della prova del Dna nei talk show; dai contenuti delle trasmissioni di divulgazione scientifica alle rappresentazioni degli scienziati nella pubblicità. Per l’ampiezza dei dati raccolti, la varietà dei temi trattati e gli approcci di analisi utilizzati, il libro offre un’inedita e consistente panoramica sul rapporto tra tecnoscienza e Tv.
Il nano-mondo che verrà. Verso la società nanotecnologica, Il Mulino, 2011, di Federico Neresini. È opinione diffusa che la società possa solo rincorrere le scoperte degli scienziati e le invenzioni dei tecnologi; se poi queste accelerano, la rincorsa non può che essere trafelata e le trasformazioni che ne derivano sono descrivibili solo in termini di un tardivo adattamento. Ma siamo proprio sicuri che, mentre la scienza scopre e la tecnologia innova, la società rimanga inalterata? La società è sempre e inevitabilmente condannata a essere in ritardo? Le nanotecnologie offrono una buona occasione per provare a rispondere a tali interrogativi.
Scienza e Società. Introduzione alla sociologia della scienza – Nuova edizione riveduta e aggiornata, Cortina, 2010, di Massimiano Bucchi. Quali sono il ruolo e le responsabilità degli scienziati nella società contemporanea? Come può la ricerca scientifica mantenere la propria autonomia di fronte a sempre più pressanti esigenze sociali, vincoli politici, pressioni economiche? E come affrontare le sfide del rapporto tra scienza e società in un’epoca in cui temi come la clonazione o il cambiamento climatico polarizzano l’attenzione della politica e dell’opinione pubblica?
Discutere di scienza porta inevitabilmente a interrogarsi sui rapporti tra la ricerca, i suoi risultati e il più ampio contesto sociale. Del resto, non si può comprendere la società contemporanea senza tener conto della scienza e delle sue più recenti trasformazioni.
In una nuova edizione riveduta e aggiornata e con numerosi esempi concreti, il volume costituisce una preziosa introduzione a tali temi, facendo il punto su un dibattito sempre più vivace e attuale.
S come scienza, T come tecnica e riflessione sociologica. Una antologia a partire dai classici: Comte, Marx, Mumford, Merton, Latour, Bourdieu, Liguori editore, Napoli, 2010, di Ercole Giap Parini e Giuseppina Pellegrino (a cura di). L´antologia mette in evidenza come, sin dalle origini, la riflessione sul ‘sociale´ abbia dovuto confrontarsi con la scienza e la tecnica: prima come fattori di trasformazione del mondo moderno, poi come nodo critico per comprendere le società contemporanee. In particolare, il lettore viene condotto attraverso un processo di mutamento che ha trasformato lo sguardo ottimistico della sociologia per la scienza e per la tecnica dei primordi in un orientamento critico che costituisce l´essenza della sociologia della scienza e della tecnica.
Apprendimento tecnologico e tecnologie di apprendimento, Il Mulino – Collana “Il Mulino/Ricerca”, 2008, di Silvia Gherardi (a cura di). Le nostre attività quotidiane sono caratterizzate da una crescente presenza di tecnologie: da una parte dobbiamo imparare a usarle e a interagire con gli altri per il loro tramite; dall’altra esse stesse ci insegnano nuove pratiche e forme di organizzazione. Le tecnologie, dunque, sono sempre meno “oggetti” passivi e sempre più “interlocutrici” attive. Ecco perché diventa importante studiare quei contesti in cui il fattore tecnologico e l’attività umana interagiscono e si promuovono a vicenda. Questo libro analizza una pluralità significativa di tali contesti: la formazione in rete, un network di sviluppo biotecnologico, un servizio di emergenza medica, una clinica per la riproduzione medicalmente assistita, il coordinamento e la gestione di un sistema scolastico, l’attribuzione del copyright di un software. Rispetto a ciascun contesto vengono messi a fuoco tre processi cruciali: l’appropriazione, la stabilizzazione e la mobilitazione delle conoscenze.
Il campo sociale della fisica particellare in Italia: uno studio sociologico, Bozen-Bolzano University Press, Bolzano 2008, di Elisa Bellotti, Lorenzo Beltrame, Paolo Volonté.La scienza occidentale sta subendo trasformazioni radicali che ne cambiano profondamente la natura: il dibattito globale sulla valutazione della ricerca; la crescita irresistibile dei criteri economici in essa (brevetti, fatturati); il superamento degli steccati e delle distinzioni tra ricerca di base e ricerca applicata, tra ricerca e sviluppo, tra ricerca e trasferimento tecnologico; l’imporsi di aree di ricerca in cui l’acquisizione e rivendicazione di conoscenza non può essere mantenuta neanche astrattamente distinta dalle applicazioni tecnologiche che essa rende possibili. In breve, la ricerca di base sta perdendo la sua centralità. In questo scenario diventa di particolare importanza comprendere bene i meccanismi attraverso i quali avviene la produzione di conoscenza scientifica, le loro potenzialità e i loro limiti, le rigidità che restringono le possibilità conoscitive e i vincoli che irrigidiscono, e quindi irrobustiscono, le conoscenze acquisite. Questo volume rende pubblici alcuni risultati preliminari di una ricerca empirica (programma Prin) svolta tra il 2006 e il 2008 nel campo specifico della fisica delle particelle.
Technoscientific Innovation. Responsibility and New Models of Democracy in Science and Society Relationship, Rubbettino, 2008, di Giuseppe Pellegrini (a cura di). Il ritmo e la pervasività delle innovazioni tecnoscientifiche pone nuove e pressanti domande al mondo della politica in un momento in cui le decisioni riguardanti l’ambiente e la vita dei cittadini non si possono prendere solamente dai decision makers in accordo con scienziati ed esperti. La società civile è infatti sempre più attenta a questioni riguardanti l’impatto pubblico e chiede garanzie sulla direzione impressa alle innovazioni. Ciò e dovuto in buona misura al regime di incertezza che accompagna i prodotti dell’innovazione e mette spesso in discussione la responsabilità della conoscenza scientifica e le istituzioni che la rappresentano.Negli ultimi anni, assieme ai tradizionali strumenti della democrazia rappresentativa, sono state adottate nuove procedure di partecipazione per affrontare e gestire le decisioni riguardanti le innovazioni tecnoscientifiche. In questo volume si prendono in esame e si discutono le relazioni tra governance e innovazione considerando limiti e potenzialità delle nuove forme di democrazia partecipativa utilizzate a livello internazionale.
Knowledge as Social Order Rethinking the Sociology of Barry Barnes, Ashgate, 2008, di Massimo Mazzotti (a cura di). Investigating a theme first pioneered by Barry Barnes in the early 1970s, this volume explores the relationship between social order and legitimate knowledge and is intended as a tribute to Barnes’ seminal role in the development of the discipline of science and technology studies (STS). The contributors highlight the way in which Barnes’ work has shaped their way of conceptualizing the basic relation between knowledge and society. In doing this they explore the original sociological underpinnings of STS while pointing to the way in which Barnes’ interdisciplinary work has been developed to tackle current concerns in the field as well as in social theory. They also address the concerns of social scientists who are investigating the nature of power and agency and the problem of social order, emphasizing the essential role played by scientific knowledge and technological machinery in the construction of social life. Contributors to the volume include Martin Kusch, Steven Loyal, Mark Haugaard, David Bloor, Trevor Pinch, John Dupre, Donald MacKenzie, Harry Collins, Steven Shapin and Karin Knorr Cetina.
Donne al computer. Marginalità e integrazione nell’utilizzo delle ICT, 2007, di Clementina Casula e Alessandro Mongili. L’uso limitato delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) da parte delle donne è spesso legato a disuguaglianze di genere. Anche oggi che il principio delle pari opportunità viene promosso dalla legislazione spesso il senso comune, sulla base di una presunta inadeguatezza delle donne, sminuisce in maniera più o meno consapevole le loro capacità in campo scientifico e tecnologico e più in generale costituisce, assieme a gerarchie di potere e a tradizioni maschiliste, un ostacolo al loro inserimento nel mercato del lavoro. I saggi nel presente volume analizzano il problema a partire da una ricerca sociologica su alcuni gruppi di donne sarde, che ha indagato principalmente il loro apprendimento di alcune applicazioni informatiche standard. L’intento è stato quello di verificare l’esistenza o meno di differenze di genere in tale processo e lo studio dei modi in cui un dispositivo tecnico si articola in gruppi sociali concreti. Indagare il rapporto fra le donne e le ICT significa anche mettere in risalto il modo in cui le convenzioni culturali, le disuguaglianze sociali e gli usi tecnici vengono trasformati in routine e naturalizzati.
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Tecnologia e società, Roma, Carocci, 2007. di Alessandro MongiliQuanto è importante la tecnologia nella nostra esistenza e quanto a loro volta la vita sociale, le nostre esperienze servono a “dare forma” alla tecnologia, a plasmarla? Partendo dal concetto di “traduzione” di un dispositivo tecnico, il libro illustra i diversi livelli di intreccio esistenti fra la nostra esperienza e la tecnologia. In particolar modo, si mettono in luce la molteplicità dei partecipanti alla creazione, alla manipolazione e all’uso di un dispositivo, e l’importanza dei significati e delle interpretazioni per il suo sviluppo e per la sua integrazione nei vari contesti. Infine, si presentano le metodologie utilizzate per studiare i processi sociotecnici.
Sapere scientifico e modernità, Roma, Carocci, 2007, di Ercole Giap Parini. Il sapere scientifico è uno degli aspetti costitutivi della modernità. Nell’epoca attuale, tuttavia, le condizioni in cui esso è prodotto sono profondamente cambiate. I suoi ambiti diventano sempre più specialistici e gli strumenti della ricerca sempre più complessi. Il volume fornisce una proposta teorica per leggere la portata di queste trasformazioni che rappresentano una delle grandi questioni da affrontare per comprendere la società contemporanea.
Cellule e cittadini Biotecnologie nello spazio pubblico, Milano, Sironi, 2006, di Massimiano Bucchi e Federico Neresini (a cura di). «Ma se il riso non lo mangia il parassita, perché dovrei mangiarlo io?”Un cittadino di Casalino, Piemonte, in risposta a un biotecnologo che illustrava i vantaggi del riso geneticamente modificato sperimentato in zona.» Italiani ed europei sono davvero ostili alle biotecnologie? Quanto hanno contribuito i media a marcare la contrapposizione tra biotecnologie biomediche e agroalimentari? Come è possibile in questi campi integrare competenze scientifiche e partecipazione pubblica? Le biotecnologie sono un caso emblematico delle trasformazioni recenti – e per certi versi travolgenti – che hanno investito la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica nelle società contemporanee. Con contributi di sociologi, psicologi sociali, biologi e studiosi del diritto, Cellule e cittadini analizza il dibattito sulle biotecnologie ricostruendo da un lato gli orientamenti dell’opinione pubblica e l’atteggiamento dei media, e ripercorrendo dall’altro la storia della legislazione e le esperienze di coinvolgimento del pubblico nei processi decisionali. Mettendo in discussione stereotipi ancora radicati, gli autori approfondiscono le ragioni del senso comune e della sua presunta diffidenza, indicando la partecipazione dei cittadini come uno dei principali terreni di sfida per la scienza e la democrazia. Contributi di: Valeria Arzenton, Martin Bauer, Andrea Lorenzet, Giuseppe Pellegrini, Mariachiara Tallacchini, Giuseppe Testa, Brian Wynne.
Il senso degli oggetti tecnici, Roma, Meltemi, 2006, di Alvise Mattozzi (a cura di). Questo libro propone una raccolta di alcuni studi sulla socio-antropologia della tecnica che affrontano il problema del significato degli oggetti. Esso si pone, dunque, sotto il segno del dialogo tra la scienza della significazione e altre scienze sociali. I saggi raccIl senso degli oggetti tecnici, Roma, Meltemi, 2006, di Alvise Mattozzi (a cura di).olti nella prima parte – Attanti e reti – fanno riferimento alla semiotica al fine di descrivere gli oggetti tecnici. Quelli contenuti nella seconda parte – Pratiche e attività –, provenienti da varie prospettive disciplinari (sociologia della tecnica, etnometodologia, sociologia dell’azione, psicodinamica del lavoro), si focalizzano sulle pratiche d’uso in cui le tecnologie sono coinvolte. L’appendice contiene due saggi che pongono le basi teoriche del dialogo fra semiotica e sociologia della tecnica. Concepito innanzitutto per coloro i quali si interessano alla semiotica degli oggetti e della tecnica, nonché al rapporto tra semiotica e scienze sociali, il libro mostra più in generale, ai lettori interessati alle tecnologie, come sia possibile renderne conto in termini di sistemi e processi di significazione. Contiene un introduzione di Alvise Mattozzi e articoli di Madeleine Akrich, Marianne de Laet e Annemarie Mol, Christophe Dejours, Nicolas Dodier, Christian Heath e John Hindmarsh, Bruno Latour, Naoki Ueno, Steve Woolgar.
Il cantiere e la bussola. Le reti Intranet tra innovazione e routine. Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, 2005, di Giuseppina Pellegrino.La tecnologia racconta storie su cosa facciamo e dove stiamo andando: crocevia per comprendere la società contemporanea, specchio e sintesi delle sue contraddizioni.La messa in questione di che cos’è la tecnologia fa emergere una molteplicità non riducibile alla tecnica, fatta di strategie di appropriazione basate sull’integrazione tra vecchio e nuovo, routine attraverso cui si persegue l’esercizio di un potere specifico, tentativi più o meno utopici di codificare conoscenza e sapere attraverso un sistema tecnologico.Arena materiale e immateriale di negoziazione e conflitto, Intranet si configura come punto di accesso privilegiato per l’analisi della comunicazione, della conoscenza e della vita quotidiana nei contesti organizzativi.Il cantiere e la bussola sono le due metafore attraverso cui la tecnologia Intranet è stata definita e costruita in un’azienda italiana e in una britannica. Queste metafore individuano il carattere altamente simbolico dei processi che si svolgono dentro ed intorno alle tecnologie della comunicazione.
La telemedicina. Fra tecnologia e organizzazione. Carocci Editore – Biblioteca di Testi e Studi, 2008, di Silvia Gherardi e Antonio Strati (a cura di). Telemedicina è un termine che rimanda all’uso di tecnologie informatiche e di telecomunicazione al fine di erogare servizi sanitari a distanza. Studiando le pratiche lavorative e organizzative in cui la telemedicina è attività quotidiana, si osservano però forme e significati differenti che la caratterizzano in maniera specifica e distintiva in relazione ai particolari contesti organizzativi esaminati. La telemedicina appare come un ibrido, a metà strada tra innovazione tecnologica e cambiamento organizzativo, che muta aspetto a seconda dell’organizzazione e delle comunità di pratiche in cui è stata assorbita quale modalità ordinaria di lavoro. Attraverso l’illustrazione di una serie di studi di caso, condotti con diverse metodologie qualitative, il volume documenta i processi, le attività e le strategie con cui la telemedicina trova collocazione e senso nel lavoro quotidiano delle diverse comunità di operatori sanitari.
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